Città di Messina-Messina 0-0

CITTA’ DI MESSINA- MESSINA 0-0
CITTA’ DI MESSINA: Di Salvia (93), Dombrovoschi (93), Viscuso (94), Munafò (94), Cammaroto, Cirilli, Avola (dal 63’ Giardina), Assenzio, Saraniti (dall’85’ Bongiovanni), Tiscione, Cutro. In panchina:Mannino (95), D’Angelo, Bruno (93), Bombara, Bonamonte (95). Allenatore: Pasquale Rando
MESSINA: Lagomarsini ('93), Caiazzo (94), Caldore ('93) , Bucolo, Cucinotta, Ignoffo, Parachì (92) (dal 63’ Guerriera -92-), Maiorano, Corona, Chiaria (dal 74’ Cocuzza), Savanarola (dall’83’ Quintoni). In panchina: Cuda ('93), Di Stefano ('93), Cicatiello ('94), Ferreira. Allenatore: Gaetano Catalano.
Arbitro: Antonio Giua di Pisa
Assistenti: Salvatore Sangiorgio di Catania e Valerio Vecchi di Lamezia Terme
Recupero: primo tempo 1’ ; secondo tempo 5’.
Ammoniti: al 5' Cammaroto, al 28' Cucinotta, al 29' Savanarola, al 50’ Dombrovoschi
Calci d’angolo: 5-2 per il Messina
Spettatori: circa 4500
LA CRONACA-
Era stata una settimana molto particolare, trascorsa a parlare di quanto questa partita fosse importante, più per il prestigio o per una rivalità mai espressa compiutamente, che non per la classifica, che recita 16 punti di distanza tra il Messina capolista e il Città di Messina, in lotta per un posto nei playoff.
Alla fine, il risultato “ad occhiali” fotografa l’andamento di una gara molto equilibrata che ha divertito gli oltre quattromila spettatori presenti, numeri che nulla hanno a che fare con la serie D. Le migliori occasioni sono state per i “cittadini”, che hanno sfruttato al meglio le grandissime doti del loro tridente e, stavolta, non si sono lasciati andare a qualche distrazione difensiva di troppo, come è accaduto troppo spesso, soprattutto nel loro “novembre nero”, in cui hanno compromesso le chance di inserimento nella lotta al vertice.
Il Messina, quello “vero”, direbbero i supporter biancoscudati, ha impostato la gara come al solito, restando corto dietro con la linea difensiva a quattro e Bucolo e Maiorano pronti a mordere le caviglie avversarie e ad avviare le ripartenze, in attesa di qualche giocata dei 4 giocatori di attacco (Parachì, Corona, Chiaria e Savanarola).
Anche il Cdm ha mantenuto il proprio consueto 4-3-3, proponendo molto più gioco sulle corsie esterne anche con i difensori, soprattutto Viscuso, bravissimo a costringere sia Savanarola che Parachì, alternatisi a destra, a pensare più a presidiare la propria zona che non a creare pericoli. Rando, poi, si affidava al grande spirito di sacrificio di Avola ed Assenzio, puntuali a svolgere il compito loro assegnato, creando uno scudo valido davanti a una difesa troppe volte scoperta durante il torneo.
Ai punti, probabilmente, la vittoria sarebbe andata al Città di Messina, che ha colto due legni, uno con Citro al 36’, l’altro con Viscuro all’80’ ed ha chiamato Lagomarsini agli straordinari, soprattutto al 62’, quando ,l’ex portiere del Genoa Primavera ha fatto un miracolo deviando un colpo di testa ravvicinato di Saraniti che ha fatto gridare al gol i giocatori in campo, senza che l’arbitro, assegnasse la rete.
Le prime note di cronaca riguardano le maglie indossate dalle due squadre, entrambe con gli stessi colori sociali: Il Città veste di bianco e il Messina di rosso con bordi gialli, la stessa divisa della gara vinta nell’ultimo turno casalingo con il Ribera. All’ingresso in campo, la Curva Sud riprende vita, come sempre accade quando il Messina gioca al “Celeste”, ma gli uomini di Rando non risentono minimamente dell’ambiente ostile, in senso sportivo.
Dopo 1’ di gioco, infatti, Tiscione serve Saraniti che manca l’aggancio a due passi da Lagomarsini. Il Messina risponde al 4’ con il primo corner sugli sviluppi del quale Ignoffo devia poco sopra la traversa un cross di Bucolo. L’atmosfera sugli spalti è resa speciale dall’incessante tifo della Sud, con il gruppo di sostenitori del Città sistemati nella parte centrale inferiore della Tribuna Coperta, che cercano di rincuorare i propri beniamini, guidati dal vulcanico vice presidente Gianpiero De Leo, bersaglio di qualche invettiva più cruda da parte degli ultras giallorossi, ma senza mai trascendere. In campo, invece, le due squadre se le danno sportivamente di santa ragione, ma è bravissimo il direttore di gara a spegnere subito i bollenti spiriti dei contendenti senza esagerare con l’uso del cartellino, lasciando giocare quando era il caso e utilizzando l’arma del dialogo per placare gli animi.
Al 13’ Corona approfitta di un piccolo errore in disimpegno di Cammaroto sulla propria trequarti, parte in una delle sue tipiche azioni in progressione, salta tre avversari come birilli, ma, al momento del tiro, viene anticipato dalla difesa.
Cinque minuti dopo, calcio di punizione per il CdM, battuto da Avola per la testa di Cirilli, anticipato da una bella uscita di Lagomarsini.
Al 24’ ancora occasione per i padroni di casa su corner, con Cirilli che stavolta azzecca il tempo per la deviazione aerea, ma prende la schiena di Cucinotta. Al 28’, ancora “cittadini” pericolosi con una bella azione palla a terra partita da Citro, che serve Assenzio, il quale trova un corridoio centrale per Tiscione, ma Lagomarsini esce benissimo e chiude lo spazio all’ex attaccante del Licata.
Il Messina si fa vedere in area avversaria solo al 29’ con Savanarola che prova la sterzata e cade a terra nel contatto con Dombrovoschi guadagnandosi solo una punizione contro e il giallo per simulazione dal signor Giua vicinissimo all’azione.
Al 36’ sembra giunto il momento del gol che potrebbe sbloccare la partita. Caiazzo va troppo morbido in contrasto aereo con Saraniti in prossimità della linea di centrocampo, perde la sfera e l’ex centravanti del Ragusa si invola sulla fascia, giunge al limite dell’area e serve al centro per Citro, bravissimo a saltare Lagomarsini, ma sciagurato nel tirare sulla parte superiore della traversa, praticamente a porta vuota. I componenti la panchina del CdM erano praticamente già tutti in campo per esultare, mentre i circa 4000 tifosi “ospiti”, tirano un sospiro di sollievo per il pericolo scampato.
Il Messina, però, si scuote e, un minuto dopo, costruisce praticamente l’unica palla gol limpida della partita. Parachì da sinistra fa partire un cross dal fondo sul quale Chiaria, tutto solo al limite dell’area piccola, spreca, mandando di poco sul fondo di testa.
Al 39’ l’ultimo brivido di un primo tempo piacevole e molto intenso, malgrado l’assenza di gol, viene da un tocco di mano in mischia di Cammaroto su calcio d’angolo, non visto da Giua.
Nella ripresa si attende di vedere le mosse dei due tecnici per vincere la partita e le emozioni non mancano. Il Messina cerca di controllare le sfuriate del Città di Messina, provando a pungere, anche se il pressing alto degli avversari limita molto le fonti di gioco. Al 50’ Chiaria in area fa una ottima sponda per Savanarola che, però, tira debolmente tra le braccia di Di Salvia.
Rando chiede ai suoi di saltare il centrocampo e provare a innescare le fasce, sulle quali sia Citro che Tiscione sono bravissimi a tenere palla, cercare l’uno contro uno e provare il tiro oppure il cross per l’ariete Saraniti.
Al 57’ e al 58’, in rapida sequenza, prima Tiscione prova il tiro a giro su azione susseguente a punizione battuta velocemente da Assenzio, poi l’ex licatese serve Citro, anticipato da Lagomarsini.
Al 62’ ancora Città di Messina vicinissimo al gol. Tiscione salta per l’ennesima volta Caldore, e crossa benissimo per Saraniti sul secondo palo. Il colpo di testa del centravanti in maglia bianca è una frustata ravvicinata sulla quale Lagomarsini fa un miracolo, prima deviando, poi fermando la sfera in prossimità della linea bianca. L’arbitro esita, dà una occhiata all’assistente Sangiorgio e, alla fine, decide di non decidere, tra le proteste dei giocatori di casa.
Il Messina ha grosse difficoltà a proporsi in avanti e, quando capita, come al 67’ su azione susseguente a calcio d’angolo, è impreciso nel tiro con Bucolo, che, dal limite, abbastanza libero, sparacchia fuori.
L’ultimo brivido della gara porta ancora la firma del Città di Messina, all’80’ con un cross di Viscuso da sinistra che diventa un tiro velenoso la cui parabola beffarda si spegne sul palo alla sinistra di Lagomarsini.
Le due squadre, a questo punto, riducono gli spazi pur non rinunciando alla giocata vincente come all’87’ con una punizione conquistata da Bongiovanni (ottimo impatto sulla gara del neo acquisto dicembrino, subentrato a Saraniti) e battuta da Tiscione di poco alla sinistra di Lagomarsini, apparso però ampiamente sulla traiettoria del tiro.
Al fischio finale di Giua, giunto dopo cinque minuti di recupero, la panchina e la dirigenza del Città di Messina festeggiano il risultato come se fosse stata una vittoria, soddisfatti dell’ottima prestazione dei loro giocatori, mentre quelli del Messina vanno sotto la Curva Sud per salutare i propri tifosi, encomiabili per la presenza e per il sostegno dato incessantemente, ed anche per il comportamento tenuto durante la partita.
SALA STAMPA
Il Presidente del Città di Messina Elio Conti Nibali non nasconde la propria soddisfazione: “Sono contento per il gioco espresso oggi, in continuità con tutto il nostro campionato, e soprattutto perché la grande cornice di pubblico ha consentito a tutti di rendersi conto della bontà del nostro progetto, basato sul gioco e sullo spettacolo. Il nostro portiere, oggi, non è mai stato impegnato, mentre noi abbiamo preso i soliti due pali, così come accaduto domenica scorsa a Licata. Stavolta, almeno abbiamo pareggiato”. Conti Nibali, poi, cerca di non sottolineare l’episodio del 62’, con Lagomarsini che ha respinto vicino alla linea di porta il colpo di testa di Saraniti: “Io ho visto solo un bel cross, un ottimo colpo di testa e una bellissima parata del loro portiere. Dalla mia posizione non posso dire nulla sul fatto se la palla avesse o meno oltrepassato la linea di porta. Mi resta nella mente la bellissima azione ed un pomeriggio bellissimo in cui siamo ancora più orgogliosi del nostro progetto che, proprio questa settimana, è stato sposato da nuovi soci e sarà portato avanti dal Consiglio di Amministrazione rinnovato.”
Il tecnico del Città di Messina Rando unisce l’aspetto tecnico e quello ambientale: “Avevo preparato questa gara come tutte le altre e i ragazzi sono stati bravissimi a non farsi spaventare dai numeri impressionanti del Messina o dai nomi dei loro giocatori. Abbiamo avuto le nostre belle occasioni ed è stato bellissimo per me che noi siamo stati capaci di questa prestazione davanti a un pubblico eccezionale e correttissimo con numeri che in B se li sognano. Adesso, dobbiamo continuare su questa strada a partire dal prossimo turno al S.Vito di Cosenza, per arrivare più in alto possibile in classifica e proseguire il progetto tecnico costruito dalla società e da Ciccio La Rosa”.
L’allenatore del Messina Gaetano Catalano, invece, vede il bicchiere mezzo pieno: “E’ vero, oggi abbiamo sofferto e rischiato di beccare il gol in un paio di occasioni, ma la nostra forza è anche quella di restare sempre umili e portare comunque a casa un risultato positivo. Non contano i punti di vantaggio sulla seconda a questo punto della stagione, ma dobbiamo essere consapevoli del fatto che tutti gli avversari sono difficili e regolarci di conseguenza. I miei complimenti sinceri vanno all’amico Rando per l’ottimo lavoro svolto quest’anno ed al Città di Messina che oggi ha confermato la propria forza”.
L’atmosfera nei corridoi del vecchio “Celeste” è abbastanza serena con molto fair play tra i due staff dirigenziali, ma qualche stilettata arriva dalle battute di Gianpiero De Leo, vicepresidente e maggior finanziatore del Città di Messina e dal capitano biancoscudato Corona.
De Leo, come al solito sorridente e dispensatore di strette di mano cordiali con tutti i presenti, non rinuncia a entrare nella polemica ormai da tempo esistente tra alcuni dirigenti del Città di Messina e una parte della tifoseria dell’Acr: “Non mi piace sentire ripetere sempre che solo l’Acr è il Messina, mentre noi sembra che non possiamo nemmeno fregiarci del nome della nostra città. Io sono orgoglioso che la nostra società, nata in un periodo nel quale l’Acr stava per morire ed era guidato da gente poco raccomandabile, ha sempre fatto calcio in modo pulito, dando spettacolo da almeno due anni in qua e non vincendo solo perché qualcuno fa la “cucca” (ndr termine messinese per indicare gli iettatori). A loro dico che noi rappresentiamo degnamente Messina e che, anche grazie a noi, l’Acr è riuscita a rinascere davvero ed a riportare entusiasmo per il calcio nella città. Noi continueremo comunque nel nostro progetto e sono sicuro che porteremo in alto la nostra squadra e l’intera città che, da Acr e Città di Messina deve trarre spunto per risvegliarsi anche in campi molto più importanti del calcio”.
Corona, invece, a proposito della battuta fatta domenica scorsa a fine gara (“il vero derby non è con il Città di Messina, ma con la Reggina o il Catania”), non cambia assolutamente idea, malgrado l’atmosfera “speciale” vissuta oggi al “Celeste”: “La penso esattamente come sette giorni fa. Per una società come il Messina, che ha una sua storia, una sua tifoseria e una sua tradizione, non ha senso sentire una sfida contro chi non ha le stesse caratteristiche. Tutto qui. Ciò non sminuisce assolutamente il valore della società, della squadra, dello staff del Città di Messina che, anche oggi, hanno dimostrato di essere di valore altissimo per la categoria.”
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